Santo  Stefano

in

Cennano

 
     
   

Santo Stefano in Cennano:

corrispondente all'attuale Pieve di Santo Stefano posta nei pressi di Castelmuzio, nel comune di Trequanda.

Mirabile dal punto di vista architettonico per la sua possente mole geometrica e per le sue tre absidi romaniche in tufo locale, giunte intatte fino a noi, che concludono le tre navate della Pieve, i cui pilastri, privi delle arcate, andate distrutte, sorreggono direttamente il tetto.

Solo la parte del presbiterio mantiene ancora la sistemazione originale.
Le sue attuali ristrutturazioni sembrano risalire al 1285, anno indicato da una iscrizione in caratteri gotici della facciata: "A.D. MCCLXXXV TEMPORE ENRICI PLEBANI VITALIS FECIT FIERI HOC OPUS". (Anno del Signore 1285, al tempo del Pievano Enrico, Vitale fece fare quest'opera.").

Resti romani del "vicus" in cui sorse l'antico "baptisterium" furono individuati nel secolo scorso, e frammenti di un'iscrizione romana furono ritrovati nelle immediate vicinanze di essa.

Il toponimo è pre-latino: "Axne-ini" (S. PIERI, Toponomastica della Toscana meridionale e dell'Arcipelago Toscano, Siena 1969).

 

 

Castelmuzio, sullo sfondo a sinistra, Montalcino

 

 

La pieve di Santo Stefano a Cennano nata come tempio etrusco, (tutta la zona nei dintorni dell’odierna Castelmuzio, infatti, era stata un insediamento degli Etruschi, di cui ancora oggi rimangono tracce di tombe, iscrizioni e urne cinerarie) che con l’avvento della dominazione da parte di Roma, lasciò il posto a un tempio pagano dedicato alla dea Iside, sorto all’interno di un vicus, antico insediamento rurale romano.

La strada che lo costeggiava, anch’essa di epoca etrusca, collegava Chiusi a Fiesole.
Sulle fondamenta del tempio pagano venne poi edificata la pieve di Santo Stefano a Cennano, attorno al IV secolo, in piena epoca paleocristiana. Questa chiesa battesimale testimoniava l’avanzata della religione cattolica nelle campagne e nei distretti rurali.

Per tutto il VII e il VIII secolo la pieve fu molto importante, e costituì continui motivi di dispute tra i vescovi di Siena e di Arezzo, che volevano considerarla giurisdizione delle rispettive diocesi, assieme a un gruppo di pievi e di monasteri locali.

La facciata ha un semplice profilo a capanna, dove si staglia il portale goticizzante, risaltato rispetto al prospetto e sormontato da un'alta monofora con la vetrata policroma raffigurante santo Stefano.

 

 

Santo Stefano in Cennano, facciata

 

 

Nella semplicità del suo stile romanico è stata restaurata a partire dal XVIII secolo.

Nel XIV secolo cominciò la lenta decadenza della pieve di Santo Stefano a Cennano, per via del graduale abbandono delle campagne e dei mutamenti sociali. 

All'interno, la chiesa presenta un impianto basilicale a tre navate concluse da absidi, ma solo la parte terminale mostra l'assetto originale: l'ultima coppia di pilastri sorregge gli archi, che si appoggiano alla parete di fondo, e tre arcate trasversali, che scandiscono il presbiterio. Infatti, nello spazio riservato ai fedeli, solo dei pilastri rettangolari sorreggono il soffitto. Nell'abside maggiore si trova l'altare barocco. Davanti ad esso, separato da una balaustra lignea, si trova il moderno altare post-conciliare in legno di noce.

Attualmente la chiesa è officiata la domenica per la Santa Messa, ospita concerti di clavicembalo e matrimoni, ed è liberamente visitabile da turisti e pellegrini.

 

 

Santo Stefano in Cennano, particolare del portale d'ingresso

 

 

 

Santo Stefano in Cennano, insieme della parte absidale

 

 

 

Santo Stefano in Cennano, interno